Caratteristiche del palissandro brasiliano
Si utilizza per la sua buona resistenza meccanica e per la sua bellezza.
Viene apprezzato, anche, per le sue presunte proprietà acustiche. Questo è quello che normalmente sento dire. Ma sarà vero?
No non lo è, o meglio, non è una caratteristica sufficiente.
Cosa influenza il suono
Fare un elenco dettagliato delle variabili in gioco è cosa impossibile ma questa piccola lista vi può far capire cosa può influenzare il suono di una chitarra.
- taglio del legno (taglio di quarto o tangenziale)
- stagionatura (naturale o artificiale)
- lunghezza cassa
- larghezza cassa
- altezza fasce
- dimensione della buca
- tipo di incatenatura
- dimensioni catene
- spessore tavola armonica
- spessore fasce
- spessore fondo
- pesantezza del manico
- dimensioni delle controfasce
- diapason
- corde
- temperatura
- umidità
- mano del liutaio
- il chitarrista!
Alternative al Palissandro Brasiliano
Ci sono un'infinità di alternative, basta saperle utilizzarle al meglio.
Anche io utilizzo legni stranieri ma giusto per rimanere a casa nostra, è possibile utilizzare (e con ottimi risultati) anche gli italianissimi
- acero campestre
- cipresso
- noce
- pero
- pioppo (bellissima la variante marezzata)
Non vi fate condizionare dal sentito dire o dal venditore di turno, imparate a fidarvi del vostro gusto, delle vostre orecchie. Scegliete quello che più vi piace anche perché sarete voi a doverla suonarla e a tirar fuori i soldi!
Alcune informazioni sulla deforestazione in Brasile
In Brasile, ma non solo, chilometri e chilometri di foresta vengono cancellate un po' per colpa della disinformazione, un po' perché è più semplice e comodo che qualcun altro decida per noi. Una scelta consapevole aiuterebbe le vostre tasche e anche la foresta.
Provate a dare un'occhiata a questa pagina per vedere con i vostri occhi quello che gli interessi economici sono riusciti a fare in soli 12 anni.
Per le informazioni che seguiranno, ringrazio Esperanza Mora della campagna Foreste di Greenpeace per avermi gentilmente concesso il suo tempo.
In seguito all'apertura di strade per cercare i legni pregiati, la foresta amazzonica viene distrutta per far spazio alle coltivazioni e gli allevamenti industriali. Diversamente dall'espansione di queste strutture, che comporta un cambiamento di uso del suolo rilevabile come deforestazione, il taglio selettivo (soprattutto se è illegale) provoca una degradazione che non è rilevabile o misurabile via satellite, ma è comunque l’anticamera della deforestazione.
L'acquisizione molto spesso fraudolenta di questi territori da parte delle aziende del legno, degli allevamenti e delle piantagioni, da luogo a conflitti con le comunità locali che ricavano un profitto sostenibile dalla foresta, e con i popoli indigeni che la considerano fonte di cibo, riparo e spiritualità.
Inoltre, il taglio illegale per i legni pregiati contribuisce alla perdita di biodiversità e alle emissioni di CO2. Un recente paper scientifico ha messo in evidenza che le emissioni provocate dal taglio selettivo sono equivalenti a un 12% delle emissioni dalla deforestazione al mondo. Conviene ricordare che la deforestazione causa all'anno le stesse emissioni di anidride carbonica che tutti i trasporti messi insieme.
Motivato dalla pressione di alcuni gruppi di interesse, il Governo brasiliano ha reso di recente meno restrittiva la normativa in materia forestale (Codice Forestale) e ha limitato la capacità degli organi governativi incaricati di far rispettare tali leggi. Di conseguenza, il tasso di deforestazione è aumentato del 28% l’anno scorso, nonostante fosse calato fortemente negli anni precedenti.
Recenti studi dimostrano che gli stati con il maggiore incremento di deforestazione, Mato Grosso e Pará, sono anche quelli con livelli più alti di taglio illegale: da un 54 a un 78% delle aree estrattive sono considerate illegali.
Data l’estensione della frode e la corruzione del settore, non c’è dubbio che i documenti ufficiali emessi in Brasile per dimostrare la legalità del legno sono poco affidabili e da soli non possono essere considerati garanzia sufficiente.
Per quanto riguarda il controllo in Unione Europea del mercato del legno, a marzo 2013 è entrato in vigore il nuovo Regolamento Europeo del Legno o EUTR (European Union Timber Regulation). La normativa vieta l'immissione e commercio in Europa del legno tagliato illegalmente e i prodotti da esso derivati. Gli Stati membri dovrebbero implementare questa normativa con un decreto attuativo che stabilisca i controlli e le sanzioni per ogni Paese, decreto che l'Italia non ha ancora emanato, anche se l'applicazione è obbligata dall'UE da un anno.
L'alternativa che noi proponiamo è quella di scegliere legno e prodotti finiti certificati dal Forest Stewardship Council (FSC), l'unico organismo in grado di garantire la gestione responsabile delle. FSC rispetta prevalentemente i parametri ambientali e sociali che Greenpeace richiede, e secondo noi la sua attuazione non può essere minimamente paragonabile a quella di altri schemi controversi come il PEFC.
Qualche informazione in più è possibile trovarla sul sito di Greenpeace e scaricando questo rapporto in inglese del 2008.
Alla prossima
Giacomo