Quando penso alla tavola armonica, penso al motore di un'automobile.

Il motore ha il compito di generare...

Mi è capitato diverse volte di lavorare su chitarre, anche di qualche migliaio di euro, con settaggi “creativi” e addirittura con capotasti e sellette in plastica.

Il mio nome è Giacomo Guadagna. Sono Siciliano di nascita e Toscano d’adozione.

Sono laureato in Musicologia all'Università di Bologna e ho sempre coltivato la passione per gli strumenti musicali e l'etnomusicologia. Nell'ultimo anno di Università il mio interesse per la musica mi porta ad esplorare e conoscere in profondità il mondo della liuteria e decido di frequentare così corsi sulla costruzione di strumenti a pizzico e di strumenti ad arco presso la Scuola di Liuteria di Pieve di Cento (Bologna).
Negli anni a venire seguono vari corsi di perfezionamento e sviluppo quelli che oggi sono i miei modelli di chitarra.

Ho scelto di vivere immerso nella tranquillità della campagna aretina all’ombra del Castello di Montecchio, dove ho progettato e realizzato il mio laboratorio in cui costruisco chitarre classiche e acustiche. Tutti i miei strumenti sono pensati, progettati e realizzati per durare nel tempo. Ogni strumento porta con sé storie di tenacia e passioni, di fuoco e tempeste. Raccontano la mia storia. Una storia in cui l'equilibrio si trova alla base del mio lavoro: equilibrio sonoro ed estetico

Ogni anno partecipo alle principali fiere internazionali come Roma Guitars Expo e Music China.
Il mio lavoro è apprezzato in Europa, Stati Uniti e Asia. Mi piace pensare ai miei clienti come componenti di una grande orchestra alle prese con una sinfonia che sta risuonando in questo momento.

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Per quel che mi riguarda, una chitarra classica deve avere due caratteristiche importanti: deve suonare bene e deve essere bella.

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Perché c’è l’esigenza di associare la parola artigiano alla parola artista?
Mi capita spesso di incontrare persone che mi danno dell’artista per il solo...

Un manico può considerasi comodo quando permette di lavorare per ore senza stancare troppo mano e braccio, e quando permette al musicista una corretta e semplice esecuzione.

"Realizzo i miei strumenti utilizzando solo legni che hanno in media 20 anni di stagionatura e per i miei strumenti più pregiati, legni che superano addirittura i 40 anni."

Si utilizza per la sua buona resistenza meccanica e per la sua bellezza.
Viene apprezzato, anche, per le sue presunte proprietà acustiche.

Il mondo della chitarra acustica -corde in metallo-  incontra il mondo della chitarra Classica -corde in nylon- fondendosi in uno strumento: Mercurio!

My Starting Point
When I realized I wanted to devote all of myself to the construction of Classical guitars, I didn't have a clear shape, nor a project and bracing pattern in my head. It was clear, however, the sound that the instrument had to have.
After having built copies of historical models, I discovered that I didn't like the idea of reproducing someone else's projects, no matter how beautiful or interesting in technical terms they could be. This wasn't my thing. I somehow needed a certain degree of freedom in which to move: I was rather looking for my own style, my identity.

Once I finished my studies, including all the courses related to lutherie, I took the decision of moving to Tuscany. I didn't know anyone there, nor I had a stable internet connection, and was this set of conditions that allowed me to fully concentrate on my job, to totally devote myself to it.

One by one, I read all the specialized literature on lutherie and guitar-making. I both studied and analysed all the most important project plans of the big names in traditional lutherie. I questioned myself on their choices, the function of every single detail, including bracing patterns and thickness. I visited museums and travelled a lot. I met with real professionals, but also with people who talked too much and prophets with an endless ego.
It was after all of this that I finally felt ready. I had clear ideas in my mind: I could finally give birth to Venere. I like to think that, just like the Botticelli's one came out of the sea sustained by a shell, my Venere – together with my personal idea of beauty in guitar-making – could come out as sustained by solid convinctions.

The Venere Concerto today
Venere is my own model of Classical guitar that brings inside itself all the previous experiences as a professional. After having built steel-string and plucked string instruments as well, I now had the skill to blend multiple styles and building techniques. I could finally 'understand' how to use wood and in different contexts or situations.

I still consider myself very much linked to traditional lutherie so as to use wood in a way that is stable and yet flexible, but only if required by the situation. I've aslo re-introduced and re-interpreted ideas of guitar-makers that higly influenced me.
No matter what, Venere it is the result of an enourmous bulk of work, marked by constant improvements, constant study and sharing. Today I can say I am myself the sound of Venere!

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